Quando nasce il concetto di straniero?

Domanda di: Ing. Damiana Ferri  |  Ultimo aggiornamento: 14 marzo 2024
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Gesù, nell'impero romano, non era un cittadino: era un peregrinus. Il diritto romano scelse infatti di applicare proprio questo termine – che in origine indicava colui che si era allontanato dalla sua patria – per designare gli abitanti dei paesi conquistati dai Romani, e che non detenevano la cittadinanza.

Cosa si intende con il termine straniero?

Per straniero, da distinguere da migrante e da immigrato, si intende la persona che non possiede la cittadinanza del paese in cui risiede, qualunque sia il suo luogo di nascita. Questa è la nozione dal punto di vista giuridico, amministrativo: essa dice rapporto ad uno Stato.

Come viene considerato lo straniero?

Lo straniero è quindi da sempre il termine di paragone di ciascun popolo. Ognuno di noi è lo straniero di qualcun'altro, perchè essere straniero è una condizione esistenziale di chi viene a contatto con una società diversa da quella di appartenenza.

Come i greci vedevano lo straniero?

Nell'antica Grecia gli stranieri venivano visti con diffidenza, in quanto portatori di culture diverse e potenziali sovvertitori degli equilibri sociali e culturali; nel mondo greco però non è possibile parlare di razzismo.

Come i romani vedevano gli stranieri?

Lo straniero è visto come un inferiore, privo di cultura. I Latini ereditano la parola bárbaros, attribuendola però non agli stranieri in generale ma alle popolazioni che premevano ai confini dell'impero: i rudi, forti e minacciosi Barbari.

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