Che aggettivo è furbacchione?
Domanda di: Zaccaria Damico | Ultimo aggiornamento: 23 ottobre 2025Valutazione: 4.5/5 (39 voti)
agg. e n.m. [f. -a] che, chi è molto furbo.
Furbo è un aggettivo?
agg. e s. m. (f. -a) [voce di origine gergale, di provenienza ignota]. – Accorto nel fare il proprio tornaconto, nell'evitare di cadere in inganni e tranelli e nel cavarsela da situazioni imbrogliate o pericolose; astuto, scaltro: un uomo f.; un commerciante molto f.; sei stato f.
Qual è l'aggettivo derivato da "esempio"?
Etimologia voci dotte recuperate dal latino exemplar (sostantivo) exemplaris (aggettivo) ed exemplare (verbo), derivate di exemplum 'esempio', che è dal verbo eximere 'mettere da parte', derivato di emere 'acquistare' e da un ex- che indica un tirare fuori.
Qual è l'analisi grammaticale di "furbacchione"?
Aggettivi derivati
furbetto e furbino indicano un modo simpatico di essere furbi; furbone e furbacchione indicano un modo negativo di essere furbi: furbastro indica una furbizia condannabile.
Qual è il vezzeggiativo di "furbo"?
Furbacchione - Significato ed etimologia - Ricerca - Treccani.
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Quando un aggettivo è vezzeggiativo?
In partic., e più comunem., si chiamano vezzeggiativi (di solito come s. m.) quei derivati di sostantivi e anche di aggettivi, talora di verbi, che connotano affettivamente la parola originaria; sono formati con gli stessi suffissi dei diminutivi, soprattutto -ino, -étto, -ùccio, come fratellino, carino, nasetto, ...
Che cos'è furbo in analisi grammaticale?
Sul piano grammaticale, mentre furbo è usato frequentemente anche come nome (pensiamo all'espressione fare il furbo, in cui non è possibile sostituirlo), astuto svolge questa funzione molto meno spesso e scaltro è etichettato nel GRADIT soltanto come aggettivo.
Qual è l'analisi grammaticale di "furbastro"?
L'aggettivo noiosetto presenta il suffisso -ett- e indica qualcuno o qualcosa che è un po' noioso, mentre l'aggettivo furbastro presenta il suffisso -astr- e indica una persona furba con una sfumatura negativa.
Come è l'analisi grammaticale?
L'analisi grammaticale identifica il valore grammaticale delle parti del discorso che compongono un ➔periodo e, nel caso queste siano variabili, le forme che assumono per effetto della ➔flessione: il genere (maschile o femminile), il numero (singolare o plurale), la persona (prima, seconda, terza).
Qual è l'aggettivo derivato?
Gli aggettivi derivati vengono formati, con l'aggiunta di prefissi o suffissi, da: un aggettivo: capace, incapace; continuo, discontinuo ecc.; un nome: musica, musicale; poeta, poetico; fumo, fumoso; Italia, italiano ecc.; un verbo: amare, amabile; temere, temibile; gradire, gradevole ecc.
Quali sono gli aggettivi derivati?
Gli aggettivi qualificativi derivati, invece, sono quelli che hanno origine da un'altra parola. ad esempio: solare. Questi aggettivi nascono dalla radice, talvolta lievemente modificata, di un nome o di un verbo con l'aggiunta di un particolare suffisso (o morfema modificante) davanti alla desinenza.
Che aggettivo è furbetto?
[fùr-bo] agg., s. agg. Che fa il proprio vantaggio con accortezza, evitando le insidie, ricorrendo a espedienti SIN scaltro, astuto, accorto; che denota furbizia: occhi f.
Come capire se è un aggettivo?
Gli aggettivi sono parole che descrivono una persona o una cosa e generalmente, in italiano, seguono il sostantivo. Il gatto bianco (m. s.) La macchina nera (f. s.) I pantaloni gialli (m.
Che aggettivo è astuto?
astu «con astuzia, astutamente»)]. – Dotato di astuzia: è un uomo molto a.; è a. come una volpe; i potenti sono talvolta meno a., ma più soverchiatori dei ciarloni (Foscolo).
Come si dice aggettivo in analisi grammaticale?
L'aggettivo è una parte variabile del discorso che si aggiunge e si riferisce sempre a un nome. Può essere qualificativo (ricco, gentile, simpatico) o determinativo (possessivo: mio, tuo...) dimostrativo (questo, quello...) indefinito (qualche, altro), numerale (uno, nono), interrogativo/esclamativo (che, quale).
Che cosa è animale in analisi grammaticale?
Diciamo comunque, evitando il bisticcio, che animale è un nome comune di essere animato non umano.
Come si analizzano i verbi fraseologici in analisi grammaticale?
I verbi fraseologici sono verbi (come mettersi, stare, andare, cominciare, continuare, finire) che, combinati con un altro verbo di modo non finito (il verbo lessicale o nucleare) con l'interposizione di una preposizione (a, di, per, da), ne precisano una particolare modalità tempo-aspettuale (➔ aspetto).
Come individuare gli aggettivi?
Gli aggettivi qualificativi si aggiungono ai nomi di persone, animali o cose, per indicarne le qualità. Essi concordano con i nomi nel genere (maschile o femminile) e nel numero (singolare o plurale). Esempi: “un bambino simpatico”, “una bambina simpatica”, “la pizza saporita”, “le pizze saporite”.
Quali sono gli aggettivi comparativi?
Gli aggettivi migliore, peggiore, maggiore, minore, sono già forme di comparativo di maggioranza e pertanto non sono mai preceduti da più o da il più. Allo stesso modo, i superlativi assoluti ottimo, pessimo, massimo, minimo, non hanno bisogno di rafforzativi. La torta è ottima (non: *La torta è ottimissima).
Quali sono tutti gli aggettivi indefiniti?
Aggettivi indefiniti che indicano una quantità indeterminata (da poco a troppo), come poco, alquanto, vario, diverso, parecchio, tanto, altrettanto, molto, troppo, più, meno. Aggettivi indefiniti che indicano un'unità o una molteplicità indefinite, come ogni, qualche, ciascuno, certo, tale.
Che grado è Furbo Furbo?
Gli aggettivi sono di grado zero quando esprimono una "qualità media": aggettivi come avaro, furbo, intelligente, povero, sospettoso, per esempio, sono di grado zero.
Quali sono gli aggettivi alterati?
Gli aggettivi alterati, invece, si formano a partire da aggettivi primitivi per mezzo di suffissi che non alterano il significato essenziale, ma conferiscono sfumature soggettive e affettive. Così bellino è un diminutivo, furbone un accrescitivo, furbetto un vezzeggiativo e dolciastro un dispregiativo.
Cosa sono gli aggettivi accrescitivi?
In grammatica, derivazione morfologica di un nome (sostantivo o, meno spesso, aggettivo), per indicarne un accrescimento quantitativo o qualitativo. Si forma di regola con il suffisso -óne (f. -óna), detto suffisso accrescitivo; es.: ragazzo - ragazzone, casa - casona, allegro - allegrone.
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